282017Set
Ragazzo tetraplegico potrà usare le braccia

Ragazzo tetraplegico potrà usare le braccia

A Villa Salus una serie di importanti interventi chirurgici per migliorare la vita di un ventenne dopo un grave incidente. Il dottor Panciera: «Guiderà l’auto»

MESTRE. Non potrà tornare a camminare, ma con l’intervento chirurgico eseguito ieri a Villa Salus, un ragazzo lombardo di 20 anni a breve potrà ricominciare a usare le braccia, arrivando perfino a sostenere l’esame per la patente. La vicenda coinvolge un giovane rimasto paralizzato due anni fa dopo un tuffo in piscina. La diagnosi fu pesantissima: frattura di quinta e sesta vertebra cervicale, e conseguente tetraplegia. Il tutto nel giorno del suo 18° compleanno.

Dopo una lunga fase di riabilitazione, il ragazzo è arrivato a Villa Salus all’inizio di quest’anno, venendo sottoposto a due interventi chirurgici tra gennaio e marzo. Protagonisti il dottor Paolo Panciera, responsabile della Chirurgia della mano e della Spasticità a Villa Salus, e la collega francese Caroline Leclercq dell’Istitut de la Main di Parigi. Intervenendo sulle spalle del giovane ne hanno permesso il recupero dell’estensione delle braccia fino ai gomiti. Ieri, dopo tre ore di operazione, i due chirurghi hanno lavorato alla seconda fase per arrivare a ridare mobilità agli arti superiori. Sono intervenuti sui quattro muscoli che dal gomito destro si connettono alla mano, con l’obiettivo di ridare la capacità di estendere il polso e flettere le dita, e fare una pinza efficace tra pollice e indice per permettergli di afferrare gli oggetti. In seguito saranno eseguite altre due operazioni per completare il lavoro anche nell’avanbraccio sinistro.

«Il nostro obiettivo è quello di ridare a questo ragazzo una funzionalità degli arti superiori, cosa normalmente impensabile per un tetraplegico», afferma il dottor Panciera, «ridandogli la possibilità di mangiare, cambiarsi il catetere, alzarsi di tanto in tanto dalla carrozzina

per evitare le piaghe da decubito, oppure muoversi più facilmente con la stessa sedia a rotelle e in piena autonomia. Ma pure dargli la possibilità, in un secondo momento, di sostenere l’esame per la patente».

‘Fonte: Nuova Venezia – Gelocal.it’